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Tra le situazioni più delicate, troviamo quella dell’Iran; a Tehran si svolgono numerose manifestazioni annuali dedicate al mondo industriale di cavi e tubi, plastica, imballaggio e tecnologie di stampa. Nonostante il mercato economico sia promettente, le recenti vicende politiche legate anche alle nuove sanzioni secondarie dettate dagli Usa non rendono facili gli scambi commerciali. Un recente articolo pubblicato da ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale – analizza il nuovo tentativo di isolamento condotto dagli Stati Uniti ai danni dell’Iran; una politica questa che non piace ai Paesi europei, che si vedono negata la possibilità di commerciare liberamente con il Paese mediorientale nei diversi settori e cercano di lottare per la riapertura totale del mercato economico. Verso la fine di gennaio Francia, Regno Unito e Germania hanno costituito “INSTEX” – Instrument in Support of Trade Exchanges - uno strumento burocratico volto a garantire agilità e protezione ai flussi finanziari in euro da e verso l’Iran. Tale società/accordo è di diritto francese, amministrata da una persona tedesca ma gestita nella sua totalità da un comitato di tre diplomatici; nella compagine sociale infine, compaiono diversi Paesi firmatari dell’accordo nucleare iraniano. L’Unione Europea non ha quindi contribuito direttamente alla creazione di INSTEX, ma di fatto ha svolto un ruolo determinante nella sua promozione diplomatica e determinazione. L’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini ha ribadito in un comunicato stampa come l’Unione continuerà a sforzarsi nella direzione di promozione dello strumento, affinché diventi operativo al più presto e si possa collaborare con l’Iran sotto diversi punti di vista. La costruzione di INSTEX è arrivata come risposta all’introduzione, da parte degli Stati Uniti, di nuove sanzioni secondarie all’Iran – misure queste atte a colpire le relazioni commerciali con business partner iraniani intrattenute da persone fisiche o giuridiche europee che infrangono la normativa dell’U.S. Export Control. Lo scorso novembre gli Usa hanno reinserito nella “Specially Designated Nationals and Blocked Persons list” tutti i soggetti riconducibili al Government of Iran o Iranian financial institutions, rendendo quindi più difficoltoso qualsiasi rapporto con l’Iran. Gli aspetti operativi di INSTEX non sono ancora definiti, ma ci si muoverà senza dubbio nell’ambito dei flussi finanziari relativi al commercio di medicinali, dispositivi medici, cibo e prodotti agricoli, i cosiddetti beni per il canale umanitario. Gli Stati Uniti hanno l’obbligo infatti di non sanzionare il commercio all’interno di queste categorie merceologiche. Da parte sua, per consentire l’operatività di INSTEX, l’Iran dovrà garantire la costituzione di un’entità omologa con cui poter interloquire in trasparenza. Come può funzionare questo nuovo strumento? Si inizia a prevedere un deposito di provvista a favore di esportatori europei di prodotti e servizi afferenti al canale umanitario, con successivo pagamento a favore dei medesimi. L’Iran ha accolto favorevolmente questa proposta, definendolo un risultato positivo e un primo passo verso un percorso di tutela internazionale degli interessi reciproci. Nonostante servirà ancora del tempo per stabilire l’efficacia e la produttività di INSTEX, l’UE è riuscita nell’esplicare un forte messaggio politico di salvaguardia per le relazioni commerciali con l’Iran. Date queste premesse, ci auguriamo che al più presto gli scambi con il mercato iraniano possano incrementare e generare business positivo per le nostre aziende italiane che desiderano aprirsi un canale commerciale in Medioriente. Fonte: ISPI